lunedì 10 dicembre 2007

Elogio della lentezza


Trovo molto significative queste frasi, estrapolate dal libro di un famoso sociologo, che tessono un elogio della lentezza in un'epoca in cui tutto corre ad un ritmo frenetico e c'è poco spazio per la riflessione e l'attesa, per i ricordi e l'elaborazione.

Ieri sera Rai Tre ha trasmesso un film-documentario sulla cocaina e la sua incredibile diffusione in ogni ceto sociale, ad ogni età: una droga che è l'esaltazione della corsa e ti fa scoppiare il cuore, che ti illude di vincere il Tempo e te ne rende schiavo, perché dopo averla incontrata i giorni sono scanditi soltanto dalle dosi.

Il consumismo si fa sedurre facilmente da sostanze che sono merce costosa, denaro certo e continuo, e si accompagna ad esse volentieri: dire no, cercare un'alternativa a questa società folle, è possibile.


"Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne solo la copertina. Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l'anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.

"Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani. Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. E' suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che viene su da solo, da un accordo tra mente e mondo.". *1)

*1) Franco Cassano "Il pensiero meridiano" Laterza

Nessun commento: