giovedì 20 dicembre 2007

Pietà l'è morta


Pare che il delitto di Perugia sia un delitto di gruppo.
Tre ragazzi hanno ucciso una loro coetanea.

Mi sembrano illuminanti alcune riflessioni pasoliniane, che riporto qui sotto.Riguardano l'uso di sostanze stupefacenti e il consumismo: esso porta a non saper più distinguere ciò che è bene da ciò che è male in nome di un edonismo che riduce tutto a merce e fa dell'altro un oggetto, nell'ultima, nella peggiore delle alienazioni possibili.

Non tutto è perduto. non bisogna smettere di informarsi e pensare. La cultura è conoscenza, può farsi azione, ed è sempre potenzialmente rivoluzionaria...

"La droga è sempre un surrogato. E precisamente un surrogato della cultura. [...] la droga viene a riempire un vuoto causato appunto dal desiderio di morte e che è dunque un vuoto di cultura. Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura – in senso specifico o, meglio, classista – è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso. [...] Anche a un livello più alto si verifica qualcosa di simile [...] ma stavolta si tratta non semplicemente di un vuoto di cultura, bensì di un vuoto di necessità e di immaginazione. La droga in tal caso serve a sostituire la grazia con la disperazione, lo stile con la maniera". *1)

"Che cos'è che ha trasformato le «masse» dei giovani in «masse» di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una «seconda» rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la «prima»: il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo «reale», trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali: e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà". *2)


*1) e 2) Pierpaolo Pasolini, -Lettere Luterane-

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