giovedì 24 gennaio 2008

"Ballarò" e gli anni settanta


Sono stata via... ho attraversato, una mattina, le colline delle Langhe.
Ho visto paesaggi innevati simili a quelli della mia infanzia, come fermi nel tempo, grazie alle loro vigne preziose che li hanno salvati dall'invasione di fabbriche e asfalto.
La bellezza di quel candore silenzioso disteso sui prati mi ha riempito il cuore di gioia. La vita è un incanto per gli occhi e per il cuore: la sua armonìa mi strugge come un innamoramento.
E' difficile rientrare nella realtà fatta di inghippi politici, di operai che continuano a morire sul lavoro, di onorevoli che minacciano guerre civili asserendo che troveranno le armi per liberare veneto e padania se il governo in carica non se ne andrà...
Ieri sera ho seguito Ballarò. Era una puntata speciale: hanno parlato i figli di alcune vittime del terrorismo: Calabresi, Alessandrini, Tobagi... una bella trasmissione con interventi di Luca Zingaretti che ha letto benissimo brani da "Spingendo la notte più in là", il libro di Mario Calabresi edito da Mondadori che consiglio a tutti.

Ho ricordato una mattina, a Milano. Mio padre era appena rientrato, dopo aver portato mio fratello nella stessa scuola frequentata dal figlio di Alessandrini. Fuori, i soliti rumori: auto in coda, clacson, qualche fiilovia di passaggio.

All'improvviso, sentimmo dei colpi. Per un istante pensammo all'esplosione di un pneumatico, ma dalla strada venne un silenzio inatteso, anomalo, che non dimenticherò mai.
Un silenzio che sapeva di morte, non di pace.
Attimi senza più alcun frastuono.
Non si sentiva neppure una voce, dalla strada.
Neppure una voce.
Mio padre ed io ci guardammo. Poi iniziarono ad arrivarci suoni concitati e grida.
"Hanno sparato a qualcuno" disse piano papà. "Hanno ammazzato qualcuno..." mormorò ancora, abbassando gli occhi.
Momenti terribili.
E' stato importante ascoltare, ieri sera, i bambini di un tempo, lasciati orfani da quella violenza, perché rimuovere la loro vita dalla coscienza collettiva era come perpetrare la volontà omicida di cancellare la vita delle persone uccise.
Tobagi, Alessandrini, Calabresi e Guido Rossa e tutti gli altri... morire per mano di chi, facendo fatica a pensare, trovava più facile sparare.

Verso la fine della trasmissione è intervenuto Giuliano Ferrara che ha cercato di gettare fango su tutti gli anni settanta; l'operazione non gli è riuscita: la figlia di Tobagi ha sottolineato come in quel periodo ci fossero anche spinte all'innovazione, al pensiero e al cambiamento (e suo padre ne fu un attivo testimone).
Era un periodo complesso e difficile; è un periodo difficile anche questo che stiamo vivendo.
Ci sono "onorevoli" che minacciano rivoluzioni armate inneggiando alla "padania".
Ci sono "onorevoli" che trattano il Parlamento come uno stadio calcistico, gridano, gesticolano, insultano, interrompono.
Ci sono "onorevoli" che festeggiano perché condannati a "soli" cinque anni di galera, altri che continuano a ricoprire la propria carica anche se colpevoli di reati, altri ancora che parlano in nome della "gente" e si ripropongono senza vergogna dopo aver affermato che il falso in bilancio non è cosa grave, dopo aver portato avanti per anni solo i propri interessi privati.

Ascoltare Ballarò ieri sera mi ha ricordato che esiste un'Italia amante della giustizia, riflessiva e intelligente.
Dico grazie alla capacità d'amore espressa da Mario Calabresi (e provo ammirazione per la sua lucida intelligenza e per la forza buona di cui è stata capace sua madre); dico grazie a Benedetta Tobagi che ha cercato suo padre negli scritti e nelle idee che lui ci ha lasciato, non potendone più avere l'abbraccio; dico grazie al figlio di Alessandrini presente nonostante il dolore che ancora vela i suoi occhi per quanto gli è stato negato.
"Espiare una colpa col carcere" ha detto "non significa cancellare le proprie responsabilità per quanto si è commesso. Quelle restano". E' vero. ed è importante che qualcuno lo affermi perché è un mondo in cui "responsabilità" è parola in disuso.
Uno afferma, poi smentisce. Si sposa due volte, poi parla di indissolubilità del matrimonio. Si fa fotografare con amanti varie, poi va al Family Day... (e si potrebbe continuare a lungo...).

Bisogna davvero "spingere la notte più in là", anche la notte della coscienza che rischia di calare scura sui giorni a venire se non saremo capaci di dire no all'ipocrisia sporca di molti potenti innamorati solo di se stessi e della forza bruta del proprio denaro.

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