giovedì 3 gennaio 2008

2008. Auguri a chi non ha perso la voglia di fare.


Gli antichi greci trovavano naturale il dolore, naturale la morte.
La sofferenza era parte della vita stessa.
Occorreva, per questo, dare un senso alla propria esistenza e mantenere una giusta misura, ricordandosi che si aveva a disposizione un certo tempo, e non altro.
Il cristianesimo asseriva la morte essere stata causata dal peccato, quindi essa cessava di essere limite per diventare soglia a un'altro mondo, eterno. Dolore ed espiazione si tenevano per mano e così la sofferenza aveva un senso salvifico.
Ogni individuo aveva comunque una sua dignità, in quanto essere voluto da Dio, unico e irripetibile, degno, come tutti, di accedere al Regno grazie alle proprie giuste azioni.
L'ideologìa dominante odierna, deificando il profitto, ponendo sul piedistallo il benessere dato dal denaro, non importa come accumulato, non conosce dignità, non conosce etica.
Spettacolarizza tutto, anche la morte, perché sente poco e ascolta ancora meno, dunque non conosce né riflessione, né dialogo, perché nega l'Altro, guardandolo semplicemente come oggetto in grado di produrre, consumare, dare piacere, assicurare consenso.
Le morti cruente vengono messe sulla scena perché fanno spettacolo e assicurano un pubblico, cosicché gli spazi pubblicitari acquistano valore e si vendono prima e meglio. (Indimenticabile, a proposito, Emilio Fede e la sua gioia nell'annunciare per primo la Guerra del Golfo, nel mostrare i bagliori delle bombe "intelligenti" che esplodevano nel buio di notti lontane...).

Non tutto è così, certo. Fatico a farmi una ragione però dell'alienazione di molti, così forte da far loro accettare senza disgusto i discorsi insopportabili di chi parla di giustizia come fosse qualcosa di superabile e superato, e fa sfoggio delle proprie ricchezze quasi queste gli garantissero l'immunità da ogni colpa.

Non tutto è così, certo. E quando leggo blog di persone intelligenti che non smettono di credere in un cambiamento possibile, quando scopro la ricchezza vera e la vera bellezza di certi libri, quando ascolto persone pensanti (tra cui tanti ragazzi) riflettere insieme e mostrare di non aver perso il senso della misura, il giusto sguardo sulle cose, la voglia di fare, ecco, allora ho ancora voglia di scrivere Felice Anno Nuovo a tutti... abbandoniamo indifferenza, pigrizia e pessimismo e proviamo a sorridere.

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