lunedì 12 novembre 2007

Ieri sera, Freccero su Rai Tre


Ieri sera ho guardato "Che tempo che fa".
Tra gli ospiti c'era Carlo Freccero.
Mi è piaciuto quello che ha detto riguardo la televisione.
Si parlava di Enzo Biagi e del suo saper raccontare i fatti.
Freccero ha rilevato che Berlusconi, dopo il famoso editto bulgaro, affermò "Nelle mie televisioni certe cose non succedono", perché i suoi programmi erano (e sono) solo fiction, varietà e, intrattenimento.
Carlo Freccero ha sottolineato che anche la Rai si è adeguata ai toni di Mediaset, perché i fatti sono spariti dalle trasmissioni e siamo stati invasi dalla cronaca rosa e dalla cronaca nera, raccontate col linguaggio della fiction, con i suoi stessi toni, con la sua stessa capacità incantatrice, nei confronti di chi guarda, che non fa riflettere, ma si accontenta di stupire e sorprendere. "Biagi" ha detto Freccero "indagava, si poneva domande; adesso è tutto un bla-bla-bla di commenti".
Ascoltandolo rivedevo mentalmente i vari programmi di Vespa sui vari delitti italiani, le continue trasmissioni su Garlasco, i commenti sul fidanzato biondino quasi si trattasse non di un indagato, ma del protagonista cattivo di una soap, l'improvviso silenzio, riguardo la vicenda, non appena questa passa di moda, il tono impostato dei cronisti quando intervistano i famliari di una vittima e le loro stupide, insopportabili domande, volte a stimolare reazoni emotive in chi ascolta ("Cos'ha provato? Cosa pensa di chi ha ucciso? Cosa prova, adesso? Le manca sua figlia?"). Tutto, fuorché giornalismo, insomma. Cronaca nera e cronaca rosa nei TG per affascinare, stordire, abituare a non pensare, a non riflettere. Anche da lì nascono gli atteggiamenti superficiali e razzisti che portano a criminalizzare intere categorie di individui. Si consuma tutto, anche l'informazione, come fosse un hamburgher, magari poco digeribile, magari malsano, ma che invoglia, con le sue salse e salsine colorate.

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