sabato 17 novembre 2007

Infanzia. 4) Viva la noia!


Una bimba di sette anni oggi mi ha detto: "Sono davvero stufa di dover sempre correre dappertutto. Lavoro più del mio papà!". Suo padre, infatti, trascorso il tempo dedicato alla sua attività, può fare ciò che vuole; la piccola, amata figlia, no. Dopo la scuola va al corso di inglese, poi ha le lezioni di nuoto, o di danza. Arriva a casa in tempo per la cena, poi può guardare un po' di televisione e viene messa a letto.
"Mia figlia non ha tempo per annoiarsi!" mi ha detto, orgogliosa, in perfetta buona fede, la sua mamma. "Peccato!" le ho risposto.Mi ha guardato come se fossi matta. Ma è talmente importante avere un proprio spazio mentale per giocare, creare, e... annoiarsi... Noia significa scoprire che c'è un mondo "dentro" e non solo un più o meno frenetico mondo "fuori", significa imparare a stare con se stessi, senza stimoli esterni.
Noia e ascolto sono parenti stretti, perché il silenzio favorisce la riflessione, abitua a cercare, a ideare, a uscire da soli dalle proprie piccole frustrazioni. Insegna a non avere paura del silenzio e delle assenze, aiuta a conquistare la propria autonomia.
"Una delle condizioni essenziali della noia - diceva Bertrand Russel- consiste nel contrasto tra le circostanze presenti e qualche circostanza più gradevole che si impone irresistibilmente all'immaginazione". *1)


*1) La conquista della felicità -Bertrand Russel- TeaDue, Milano, 1997.



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