lunedì 19 novembre 2007

8) Terza età e oltre. L'amore non ha età... e, spesso, non ha memoria


Gustavo è arrivato nella residenza per anziani in cui abita anche mio padre (vedi post precedenti), accompagnato dal figlio, professore di lettere.

Gustavo viaggia verso i 95 anni; il professore è un uomo buono e gentile che risiede lontano, preoccupato perché il padre ha perso la cognizione del tempo e non può più abitare da solo nella bella casetta con giardino in cui risiedeva (lo hanno visto salire sulla magnolia per potarla a tarda sera; abbuiava e faceva freddino, ma per lui era mattina ed era appena iniziata la primavera).

I primi giorni, Gustavo cammina nel giardino della residenza con lo sguardo perso.
"Che albergo è questo?... Scusi signora, ma non ho in tasca il portafoglio e mi chiedo come potrò pagare.. Devo farmi portare la scatola di latta che ho nell'armadio... dentro, ci saranno almeno cento lire e con quelle sarò a posto per un po'.... Lei sa dirmi dove dormirò stanotte?": queste sono alcune delle domande che, in tono pacato e attento, ma preoccupato, pone a chi incontra.

Poi tutto cambia. Accade un miracolo. Gustavo (vedovo da molti anni) scopre di avere una moglie!
Lei è per tutti "la Veneziana". La Veneziana è su una carrozzella, perché da tempo le gambe non la reggono più. Ha capelli candidi e occhi azzurri vivaci.

Le sono bastate poche parole per convincere Gustavo di essere la sua dolce metà.
"Ma cossa ti fa sempre in ziro! Ti xe mio marìo, ti devi restar qua, vizino a me!".

Inizialmente c'è stato qualche piccolo fraintendimento sul significato di "marìo" che Gustavo, ligure da generazioni, credeva significasse "Mario", non cogliendo l'importanza dell'accento sulla "i". "Guardi che io sono Gustavo,non Mario!" protestava... "Lo so,lo so! Mi go deto Marìo, non Mario!Ma-ri-to, insoma! Ma-ri-to!" ha provveduto a chiarire la Veneziana, sorridendogli, ma con un tono deciso che non ammetteva repliche.

Da quel giorno Gustavo e la Veneziana sono inseparabili: lui non si sente più solo, né spaesato, perché lei, dalla carrozzella, lo dirige: "Xe ora de pranzo... Ho sete, andemo al bar, a destra entrando..." e così via; e lei è contenta perché si è garantita compagnia, ma soprattutto ora ha un cavalier servente che la porta dove vuole e la tratta con grande rispetto.

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