lunedì 17 dicembre 2007

I compagni di carta


Ci sono libri che sono stati più importanti di altri, veri compagni della mia vita.

Cominciamo con l'infanzia: Pinocchio di Collodi, Le fiabe di Andersen, La leggenda aurea degli dei e degli eroi .

Pinocchio era un vecchio volume dalle pagine ingiallite dal tempo; le fiabe di Andersen erano un volume edito da Einaudi, ricco di bellissimi disegni di bambini; La leggenda aurea degli dei e degli eroi un prezioso volume in grande formato pubblicato, credo, negli anni Trenta o Quaranta, trovato nella libreria di famiglia. Quest'ultimo mi ha fatto sognare ancora più degli altri.

Ho imparato a leggere a tre anni e mezzo: a quell'età tutto il mondo è magìa e quel volume me ne ha dato la conferma.
Parlavo col vento, mi sedevo fra l'erba a sentire la carezza del sole, che identificavo col bellissimo Apollo, e sognavo... tutta la natura era viva e comunicava con me: dovevo solo riuscire a capirne il messaggio...

Andersen mi incantava con le piccole cose animate di cui raccontava. Tra le tante splendide storie, la mia preferita era Mignolina, la bimba piccolissima che veniva salvata da una rondine.

Pinocchio era un amico e, in quel libro, trovavo molti adulti da studiare con cura.

Qualche inconveniente c'è stato, in seguito a letture così precoci: quando mia madre, cristiana praticante, volle insegnarmi l'AveMaria, io la interrogai stupita: "Ma questa Maria di quale dio è figlia? E' nata da Giove o da chi? Nel libro non l'ho trovata...". Mia madre impallidì, poi mi spiegò che lei mi parlava del Dio vero, gli altri del volume sugli dei erano invenzioni dell'uomo come i personaggi delle favole. Io, per fortuna, per non ferirla tacqui, pensando che certo, lei voleva sottolineare la maggior importanza del suo dio preferito rispetto a tutti gli altri. Ero abituata a sentire affermazioni del genere: avevo letto di guerre per la supremazia, nell'Olimpo...

E voi? Quali sono stati i libri incontrati da piccoli che vi hanno fatto più compagnia?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

complimenti, precocissima...
da piccino non saprei dire quali libri mi hanno impressionato.. leggevo piccole fiabe ma se nulla mi viene in mente forse non ho letto niente di entusmiasmante(ah, volevo leggere la storia infinita, ma poi quando non ho visto falco arrivare ho desistito ;)...
da piccoli difficilmente si ha un bel rapporto con la lettura, o si sviluppa in seguito o non la si sviluppa per niente.. almeno amavo sbirciare le enciclopedie, specialmente se si parlava di animali, libri pochi ed ho dovuto aspettare vent'anni per leggere il piccolo principe... col tempo ho recuperato ed ora quasi preferisco andare a trovare i miei amici nei racconti piuttosto che le genti del mondo.... un saluto...
--sai dirmi per caso di che colore sia il vento???
www.stifler84.spaces.live.com

dibì ha detto...

Grazie per i complimenti,ma la precocità non è necessariamente una virtù: a volte esprime un bisogno che non si riesce a spiegare con le parole. Da piccola rimanevo spesso sola per lunghissime ore. Vedevo poco mio padre che, quando era a casa, aveva sempre un libro tra le mani. Quando mi ha proposto di imparare a leggere ho accettato con entusiasmo, perché questo significava stargli vicino... poi ho scoperto che leggendo potevo scoprire, conoscere, viaggiare... ma sono d'accordo con te: è importante non avere solo amici di carta. Bellissima la tua domanda sul colore del vento. Merita un po'di tempo: ti risponderò appena ci avrò pensato un poco, perché per me, d'istinto, il vento è un profumo e sa di erba appena nata e di mattine d'aprile...

dibì ha detto...

A stifler84: uffa! volevo lasciare un commento sul tuo blog (grazie per l'indirizzo: passerò spesso dalle tue parti ;) ), ma non mi è stato possibile perché non uso windows...solo software libero... nessun virus anche senza antivirus e poi... un mondo eticamente coretto.. Ascolti Patty Smith, leggi Baudelaire, scrivi poesie, riporti articoli intelligenti... dovresti diventare linuxiano anche tu... Sono ocntenta d'averti conosciuto. Ci sentiamo presto.