mercoledì 24 ottobre 2007

Cercare casa: seconda parte


Ho la fortuna di possedere già un'abitazione e la devo vendere per poterne acquistare un'altra, in una zona diversa.
Nella cassetta della posta, qualche tempo fa, avevo trovato un volantino in cui un'Agenzia Immobiliare mi informava che numerosi suoi clienti stavano cercando un alloggio proprio nei paraggi di casa mia, e che mi sarebbero stati grati qualora li avessi contattati.
Un segno del destino? Il mio periodo fortunato?
Chiamo l'Agenzia. Sono disponibili e gentilissimi. Arrivano in due, dopo poche ore. Sembrano entusiasti di tutto: ubicazione, disposizione dei locali, arredamento... persino il colore alle pareti li fa impazzire: trovano le pareti bianche raffinnatissime; quelle colorate poi, combinazione vuole siano proprio della loro tinta preferita.
Cinque minuti dopo il loro ingresso comincio a pensare che la dea bendata mi abbia preso in simpatia: ho beccato agenti con un gusto sopraffinno (non fanno che tessere le mie lodi da arredatrice..) che mi garantiscono una vendita veloce al prezzo che desidero, e si complimentano pure con me per l' onestà testimoniata dalla cifra che chiedo!
Ribadiscono, il viso serio, gli occhi luccicanti, che di certo a quel prezzo venderò piuttosto in fretta, poi aprono una bella cartelletta nera in similpelle e mi chiedono di apporre una firma che permetterà loro di proporre l'alloggio in esclusiva, "una formalità" per rassicurare il futuro acquirente, vista la loro ben nota serietà, "il nostro nome è una garanzia!", mi ripetono; inoltre, così facendo, mi libererò dalle inutili, invadenti telefonate della loro concorrenza che potrebbe propormi un aiuto per vendere la mia meravigliosa casetta.
Firmo contenta. Il bello arriva dopo.
Cominciano le visite. La prima è di due ragazzi molto giovani (più o meno coetanei dell'agente che è tornato per mostrare loro la casa). Sono entusiasti quanto lui, e lo dimostrano con commenti grazie ai quali li saluto convinta che li rivedrò presto dal notaio per il compromesso.
Certo, riflettendo, trovo strano che a un certo punto l'agente abbia dato loro amichevolmente del tu, per poi correggersi e tornare formale: sarà dovuto alla vicinanza d'età?
Se avete fatto, come me, questa ipotesi, disilludetevi subito: i ragazzi non stavano affatto per sposarsi come mi avevano raccontato, e i loro genitori non erano affatto in trepida attesa di aiutarli a comprare casa mia.
Trattavasi infatti, dei migliori amici del mio agente che gli stavano dando una mano per provarmi che esistevano davvero i famosi "clienti potenziali".
(Un consiglio: appena i potenziali clienti se ne vanno, appostatevi muti con la cornetta del citofono sollevata, in attesa. Ho appurato che, due volte su tre, le persone che hanno lasciato casa nostra, varcato il portone, si lasciano andare in simpatiche frasi rivelatrici. Ad esempio, a me, in questo caso, è capitato di sentire il simpatico agente mormorare: "Vi devo un favore, ragazzi, siete stati perfetti! Questa c'è cascata in pieno!").
Poi, sono trascorsi lenti i giorni, senza che nessuno si facesse più vivo.
Quando l'agente mi ha portato finalmente altre persone in visita, queste hanno cominciato a propormi cifre molto lontane (per difetto,ovviamente,) da quella pattuita.
Dopo che se ne sono andate, il simpatico agente è tornato a visitarmi per spiegarmi che certo, "l'appartamento è simpatico, ma le piastrelle del bagno sono fuori moda e poi e' tutto un po' da rivedere, bisogna riconoscere che ha bisogno di una sistematina, e anche l'esposizione, che vuol fare, è quella che è, troppo sole con queste estati calde non è il massimo, e la zona, sa, non è la più appetibile: troppo decentrata... Adesso è anche difficile vendere, perché si prevede una fase in cui i prezzi, per gli alloggi di questa metratura, scenderanno, e tutti ne sono informati e rimandano gli acquisti, e il prezzo sinceramente è proprio un po' altino... tenga conto che la disposizione dei locali è vecchiotta...".
In pochi minuti la mia meravigliosa casetta, tanto decantata che mi stavo chiedendo se valesse davvero la pena di traslocare, mi è stata descritta come superata dai tempi, scomoda, indesiderabile.
Insomma: se prima il mio alloggio faceva l'effetto di Riccardo Scamarcio alle ragazzine (o, se preferite, di Richard Geer alle signore), adesso è diventato di colpo un Mickey Rourke imbolsito e liftato, o, a scelta, un Michael Douglas dalla faccia tirata e inespressiva.
Ho capito una cosa: firmare un contratto di vendita con un' agenzia immobiliare è un po' come firmare un atto di matrimonio.
Meglio pensarci bene, perché può accadere che, nel giro di pochissimo tempo, la persona che ti pareva gentile, sincera e colma di entusiasmo, si trasformi in un essere che manca di tatto e non guarda più con lo stesso sorriso di prima ogni cosa che fai o gli proponi.

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