sabato 13 ottobre 2007

4) Terza età e oltre. Mio padre. All'ospedale

Mi telefonano che papà è stato male. Quando arrivo, attorno a mio padre ci sono due infermiere e le assistenti.

Una ragazza mi abbraccia e mi dice che devo avere coraggio.
Papà e rigido e ha la faccia paonazza, gli occhi chiusi.

"Tranquilla,sta arrivando l'ambulanza", mi dicono.
Corro fuori e grido "Codice Rosso!" sperando che facciano presto.

Come sempre, quando ho paura divento stranamente razionale.

Torno da papà. Un'infermiera gli sta dando degli schiaffetti, con la mano leggera, mentre lo chiama per nome.

Ad un tratto, mio padre fa un lungo sospiro.
"Cantami qualcosa, cantami qualcosa..." gli chiede un'assistente. E papà apre gli occhi. E, inaspettatamente, con un filo della sua bella voce intonata, sussurra: "...Te si fatta 'na veste scullata...".

Ha sempre adorato le canzoni napoletane. Ho le lacrime agli occhi.

Un istante dopo siamo sull'ambulanza.
Sorrido e parlo allegra, mentre azionano la sirena, perché so che mio padre non vuole vedere visi tristi,
"Non possiamo cambiare la realtà, ma possiamo trasformarla guardandola con occhi diversi" mi ha insegnato, e anche "Cerca sempre di sorridere alla vita, perché così starai meglio e farai stare meglio chi ti avrà vicino"...
Non appena papà riprende un colore normale gli propongo: "Cantiamo qualcosa insieme?" "Buona idea!" mi risponde, e cominciamo " ...t'aggio vuluto bene a te! Tu m'hai vuluto bene a me.. mo nun ce amammo cchiù ma vvote tu, distrattamente pienze a me.....".

Papà canta e sorride. Io canto, e sorrido, e mentalmente lo ringrazio per quel pizzico di follia che mi ha trasmesso e che mi aiuta ad andare incontro a ogni giornata gustandomi il solo fatto d'esistere come una opportunità grande.

Quando arriviamo all'ospedale un volontario dell'ambulanza che ci ha accompagnato mi dice: "E' la prima volta che trasportiamo una persona e un parente che invece di lamentarsi o di piangere cantano insieme..."

Flebo, tac, ricovero: la solita trafila, ma anche questa volta mio padre ce l'ha fatta! Adesso devo solo aspettare di vedere cosa avrà cancellato dalla sua memoria questo nuovo attacco ischemico. Ogni volta una piccola parte di lui, del suo passato, delle sue emozioni, se ne va.
Non è facile.
Non è affatto facile.
Ma non importa. E' già una grande fortuna che lui non abbia dolori e che il suo bel carattere allegro e ottimista non venga intaccato dalla malattia.

Ti voglio bene, padre, e lo scrivo stassera anche se tu non leggerai queste righe.
Ti voglio bene e ho imparato a conoscere e ad amare tante persone che stanno compiendo il tuo stesso percorso.

Demenza "de mens, mentis..." fuori di mente... Abbiamo viaggiato tante volte, quando ero piccola e mi portavi altrove, nelle fiabe che mi raccontavi, nelle storie che sapevi inventare... adesso in un altrove stai piano piano incamminandoti e sono contenta di poterti stare vicino.

Nessun commento: