sabato 27 ottobre 2007

Infanzia. 3) Qualche vita fa...


E ripensi a quando eri bambina.

E' bastato un odore, quello, inconfondibile, della coccoina, miracolosamente apparsa nel cassetto della scrivania, per tornare a pomeriggi lontani, trascorsi incollando figurine su album sempre più spessi, le doppie legate con un elastico, che poi le portiamo in cortile e si fa cambio con gli amici.


Il mondo disegnato col gessetto per terra, le partite interminabili (si continua domani!), i ghiaccioli arcobaleno e quelli alla fragola che fanno da rossetto e ti ritrovi con due labbra scarlatte fino a sera, la polverina di carnevale che fa starnutire e quella, terribile, che causa insopportabili pruriti, e le focacce enormi, unte, e il resto che il panettiere ti dà sempre in golia, e i primi silenzi interminabili nati da uno sguardo più lungo di lui, lui che adesso ti piace e che di certo sposerai, un giorno, quando tutto sarà bellissimo, l'abito col velo bianco lungo lungo, i fiori, e poi tanti bambini...

Una vita, mille vite, da allora, perché un mese da bambini è lungo due anni e poi arriva la fine delle scuole medie e la mia famiglia trasloca, e addio cortile, e addio ai vecchi amici che non rivedrò, e Fabrizio, l'ultimo pomeriggio, suona la chitarra e mi dedica una vecchia canzone e io penso che non si possa essere più tristi di come mi sento in quel giorno caldo di inizio estate, e ancora non lo so, ma con quell'estate se ne andranno anche le mie certezze bambine, se ne andranno i miei sogni di veli bianchi da sposa e molte illusioni, per far posto ad altri sogni e a illusioni diverse.
Ma, questa, è già un'altra storia.

Nessun commento: