Oggi mio padre era confuso.
Mi ha chiesto come sta il suo fratello minore, gli ho risposto che sta bene e lui ha domandato: "Ma io lo conosco? Voglio dire... approfonditamente... intendo... io...".
A quel punto ho compreso che, ancora una volta, le parole giuste per esprimersi erano fuggite chissà dove nella sua mente, farfalle leggere confuse tra i fiori dei suoi mille ricordi.
Un giorno, parecchio tempo fa, è riuscito a spiegarmelo, quando ancora la demenza non aveva fatto questi danni, ma cominciava la sua lenta, inesorabile opera: "Vedi, a volte" mi aveva detto "mi mancano i vocaboli, me ne escono di bocca altri, rispetto a quelli che cerco..." "Faremo come il tenente Colombo, papà! Li cercheremo insieme" gli avevo risposto sorridendo, che allora mio padre guardava ancora quei telefilm alla televisione e gli piaceva seguirne le storie. Lui mi aveva sorriso sereno, perché in una cosa non è cambiato e, credo, non cambierà mai: la capacità di non drammatizzare, la voglia di volgere tutto in positivo, anche quando non è facile farlo.
Ieri era tutto storto sulla carrozzina.
Tende a cadere di lato, ultimamente.
L'ho guardato canticchiando "Evviva la torre di Pisa che pende che pende e che mai non vien giù..".
Una persona con un altro carattere si sarebbe risentito; lui è scoppiato a ridere e si è messo a sedere diritto.
Mi sono ripromessa di non usare mai toni diversi da quelli abituali, perché se diventassi protettiva e mielosa, allora sì che lo offenderei...
Grazie papà, perché sei sempre, perché sei ancora, l'uomo che mi ha insegnato che
Mi ha chiesto come sta il suo fratello minore, gli ho risposto che sta bene e lui ha domandato: "Ma io lo conosco? Voglio dire... approfonditamente... intendo... io...".
A quel punto ho compreso che, ancora una volta, le parole giuste per esprimersi erano fuggite chissà dove nella sua mente, farfalle leggere confuse tra i fiori dei suoi mille ricordi.
Un giorno, parecchio tempo fa, è riuscito a spiegarmelo, quando ancora la demenza non aveva fatto questi danni, ma cominciava la sua lenta, inesorabile opera: "Vedi, a volte" mi aveva detto "mi mancano i vocaboli, me ne escono di bocca altri, rispetto a quelli che cerco..." "Faremo come il tenente Colombo, papà! Li cercheremo insieme" gli avevo risposto sorridendo, che allora mio padre guardava ancora quei telefilm alla televisione e gli piaceva seguirne le storie. Lui mi aveva sorriso sereno, perché in una cosa non è cambiato e, credo, non cambierà mai: la capacità di non drammatizzare, la voglia di volgere tutto in positivo, anche quando non è facile farlo.
Ieri era tutto storto sulla carrozzina.
Tende a cadere di lato, ultimamente.
L'ho guardato canticchiando "Evviva la torre di Pisa che pende che pende e che mai non vien giù..".
Una persona con un altro carattere si sarebbe risentito; lui è scoppiato a ridere e si è messo a sedere diritto.
Mi sono ripromessa di non usare mai toni diversi da quelli abituali, perché se diventassi protettiva e mielosa, allora sì che lo offenderei...
Grazie papà, perché sei sempre, perché sei ancora, l'uomo che mi ha insegnato che
"chi non ride, non è una persona seria"
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