sabato 20 ottobre 2007

5) Terza età e oltre. Mio padre. Un regalo inaspettato


Tra i libri e i quaderni di mio padre ho trovato un volume con la copertina di cartone ingiallita dal tempo. L'ho aperto e mi sono commossa. Ho scoperto un tesoro che ignoravo esistesse: una specie di diario in versi che papà iniziò a tenere da adolescente e su cui continuò a scrivere per molti, molti anni.

Papà, adesso che la tua mente è un universo difficile da esplorare, in cui nomi e tempi e visi si sovrappongono, si confondono, si perdono, adesso che non posso più comunicare con te come una volta, perché tu sei caduto fuori dal tempo e non hai più che residui di memoria, scopro com'eri, ritrovo chi sei stato, ascolto confidenze che non mi hai mai fatto.
Non posso raccontarti nulla, a riguardo, ma sono contenta di scriverne qui, per chi non conosco e magari avrà voglia di leggere.

Quelle che seguono sono poche righe scritte per me, nata da poco, e mi sconvolge, papà, la tua inaspettata, sconosciuta, inattesa tenerezza:

"Non so, se a capo della tua cuna
un grande angelo
raccoglie le sue

ali bianche. Ma se la favola è vera
io gli offro
il mio cuore

perché lo trafigga

dei tuoi dolori futuri".

E un po' mi vergogno d'averti reputato per anni il padre simpatico che molti miei coetanei trovavano essere "un genitore ideale" ma che a me spesso pareva sfuggire alle proprie responsabilità, troppo "amico" per dare consigli e pareri, alle volte incosciente nel suo eterno, dichiarato ottimismo.
Il tuo insegnarmi a sorridere alla vita non nasceva dalla negazione del dolore, ma da un amore che voleva farsi scudo contro le sofferenze del mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ora come sta, tuo padre? ho letto il post precedente, del ricovero, che cantavate. mi ricordo del mio, lui soffriva di morbo di parkinson. staqi forte.

daniela (linea gotica)

dibì ha detto...

Papà per fortuna si è ripreso. A volte è confuso: mi riconosce, perché per lui sono un punto di riferimento (mi vede tutti i giorni), ma nomina i suoi genitori come fossero vivi e mi chiede di loro; a volte, del tutto inaspettatamente, nella sua mente si aprono degli spiragli di luce che illuminano gli anni trascorsi (è successo ieri: s'è ricordato di mia madre, morta quasi vent'anni fa, e ha avuto per lei parole di grande tenerezza). E' sempre sereno, per fortuna, sempre gentile, e questo mi aiuta molto. Tuo padre aveva il Parkinson, mi dici: altra malattia difficile, per chi ne soffre e per i suoi familiari.Magari, se hai tempo e voglia, fatti sentire ancora. Mi piacerebbe se questo blog diventasse anche un punto di incontro per le persone che vivono queste situazioni difficili, perché purtroppo spesso ci si sente soli e non è semplice parlare di certi problemi con chi non li conosce... Io ogni tanto scrivo di me e papà, (questo è il quinto post a riguardo, come avrai visto). Il tuo messaggio mi ha fatto tanto piacere. Un forte abbraccio.